GS: Teorie Anti Big Bang

Mappa Big BenIl prossimo giovedì 19 maggio 2011 alle 21:15 presso la nostra sede si riunirà il Gruppo di Studio per approfondire i seguenti temi:

  1. Esposizione sulle Teorie Anti-BigBang – 2° Parte
  2. Argomenti Vari Richiesti da parte dei presenti.

a seguire dibattito per approfondire domande e dubbi.

La serata è gratuita e aperta a tutta la cittadinanza.

Riassunto della prima parte delle teorie anti Big Bang:

Lo scopo della serata, o quantomeno il titolo, era quello di screditare la teoria più affermata ad oggi più conosciuta nel campo dell’astronomia, ovvero il Big Bang. In realtà alla fine, anche se vi sono molti punti oscuri, ne ho parlato comunque bene.

Ho evidenziato si alcuni aspetti critici della teoria, ma l’impianto teorico si è consolidato negli anni a tal punto che è diventato un paradigma che per essere abbattuto richiede una formulazione di concetti completamente rivoluzionari. Nell’aria, accademica, comunque, si sente un certo malumore imperante… un forte disagio che in qualche modo porta sempre più molti astronomi a chiedersi quanto sia poi vero questo modello diventato “Standard”.

L’attacco alla teoria del Big Bang, nella serata, è stato più filosofico che teorico, ho voluto evidenziare alcuni aspetti di come è oggi il fare scienza, e lasciato per il prossimo incontro le vere teorie che sono o che erano antagoniste al Big Bang. La frase del compianto giornalista scientifico John Maddox (ex-direttore di nature): “Tutta la cosmologia è un’ipotesi” ci fa ritornare con i piedi per terra.

Al contrario di altre discipline scientifiche, l’astronomia è una scienza solo ed esclusivamente osservativa.Per tale motivo viene violato il principio rivoluzionario di Galileo che richiede di poter sperimentare le varie ipotesi in laboratorio e poi di replicarle in altri luoghi e da altre persone. Ecco che quest’ultimo aspetto è disatteso in quanto, per ovvi motivi organizzativi, non possiamo prendere una stella, una galassia o anche una piccola fetta dell’universo lontano e metterlo in una scatola per misurarlo e studiarne le caratteristiche con comodo in un laboratorio.

Purtroppo dobbiamo credere solo ai nostri sensi estesi ai sensori della nostra tecnologia, e come dice il filosofo greco Parmenide siamo pervasi solo dalla DOXA, ovvero dalla verità apparente delle nostre interpretazioni e misure, in quanto non si riesce a percepire e vedere la verità assoluta e misurare tutte le proprietà (Aletheia) come può solo una divinità.

Sono pochi che hanno cercato di opporsi al Big Bang, ma si possono citare nomi illustri come quello di Albert Einstein che pur di contrastarla modifica le sue formule della Relatività Generale per introdurre una variabile ad hoc: “La costante cosmologica”. Se ne è pentito pochi anni dopo quando Hubble espose la sua famosa legge, ma dopo 50 anni, dopo la sua morte, pare essere diventata il punto di partenza per spiegare alcuni aspetti e anomalie del Big Bang dell’energia oscura!

Fred Hoyle è andato oltre i parziali tentativi e retromarcia del suo illustrissimo collega, si è opposto con tutte le sue forze, ovvero con tutte le sue teorie, fino alla fine dei suoi giorni. Il suo disagio, la sua contrarietà si può riassumere in una sua famosa frase: “Trovo più accettabile l’idea della creazione di un atomo di idrogeno all’anno che quella della nascita dell’Universo da un punto.” Si rende conto che anche la sua teoria alternativa fa acqua da tutte le parti, ma fra le due ritiene che sia più facile far apparire un atomo di idrogeno in qua e là, ogni tanto, che farla apparire tutta insieme e per giunta concentrata in un punto di densità infinita!

E’ chiaro, il sospetto è di tutti, cosa ti potevi aspettare da un prete (Georges Lemaître) se non di una teoria creativa che giustifica l’esistenza di Dio ed è in accordo con la descrizione di quanto è presente nella Bibbia. Diventa più chiaro il disagio di molti fisici, che per natura, per razionalità sono portati ad essere atei, ha rifiutare tale impianto teorico più teologico che scientifico.

Ma le forze in campo sono impari, a questo punto l’accordo della teoria non è solo scientifico-osservativo ma anche teologico. La scienza “ufficiale-teologica”, come hanno fatto notare in molti, e in particolare Galianni : “non segue affatto il metodo scientifico, secondo il quale, quando viene constatato un fenomeno in contrasto con una teoria anche “affermata”, la teoria dovrebbe considerarsi decaduta, o falsa. Questo avviene raramente, e inoltre, dopo diverse prese in giro a chi ha fatto le prime osservazioni.” Oggigiorno, (come succede per tutti i livelli organizzativi e anche per le piccole associazioni), si getta il discredito a chi propone qualcosa di nuovo e si ignora.

Chi fa notare un difetto della teoria è considerato un eretico e viene isolato: non riesce più a pubblicare alcun articolo in nessuna rivista, non viene invitato ai convegni e conferenze, arrivano perfino a non essere più assunti in alcuna università o laboratori e la maggioranza dei ricercatori hanno lavori a termine, alla scadenza più nulla!!! Benché vi sia questo ostracismo, questo clima intimidatorio, molti scienziati si sono sentiti in dovere di mettersi in evidenza, a loro rischio e pericolo, attraverso una lista internazionale che trovate pubblicata al seguente link: http://www.cosmologystatement.org.

Noi profani di scienza, solo pervasi dalla nostra passione non possiamo che osservare che nonostante l’accanimento nei loro confronti vi è un coraggio scientifico di sostenere che qualcosa non và nella formulazione del BIG BANG. Per noi può essere vera qualsiasi teoria, ma questo banale indizio ci porta a supporre che davvero tutti i punti oscuri del Big Bang porteranno prima o poi alla caduta del paradigma che lo tiene in piedi. Non è credibile che non potesse esserci un prima, nessun spazio e alcuna materia, che tutto è partito da un punto a densità infinita.

Quando in fisica, le equazioni matematiche comportano un infinito o un infinitesimo è sempre stato ritenuto che il modello è incompleto e che le formule devono essere ritoccate e nuove variabili debbano essere aggiunte. Si deve trovare un meccanismo che inneschi un’esplosione, una continua creazione di spazio che comporta l’espansione. E questa espansione dove porta? Un aforisma ci mostra tutta la perplessità del concetto: “L’universo si sta espandendo e io non so più dove metterlo.” Presuppone che esista uno spazio vuoto su cui il nostro universo può espandersi senza alcun problema e senza alcun ostacolo. Quindi deve esistere un al-di-là pronto ad accogliere questa creazione continua.

Incredibile è stata l’escamotage utilizzata per far tornare alcuni conti, Alan Guth nel 1979 per non far crollare il Big Bang inventa il periodo dell’Inflazione. Questo punto ad oggi rimane il più insensato, una sorta di sospensione della fisica per un attimo, solo per un breve istante ma necessario per spiegare quello che osserviamo. Il modello standard, ha accettato questo passaggio, questa non–scientificità pur di salvare tutto il resto della teoria. Come di volta in volta ha ritarato i vari modelli qualora si è osservato che qualcosa non tornava, o si sono aggiunti nuovi attori per mettere a tacere i dissensi: come la materia oscura, i MACHO, le WIMP, altre superparticelle o particelle, l’energia Oscura, le stringhe, le brane, etc.

E tutto questo per portare dove? Alla morte termica dell’universo! Tutto l’impianto teorico del Big Bang comporta che l’universo è inesorabilmente in espansione, e le ultime osservazioni ci dicono che è pure in accelerazione. Dato il tempo dell’universo infinito, quando tutte le galassie si saranno allontanate le une dalle altre a distanza enorme e quando tutte le stelle delle galassie saranno anch’esse allontanate dalla forza di Hubble e quando tutti i sistemi planetari vedranno i pianeti sfuggiti ai loro sistemi? La materia non potrà pù avere interrelazione con altra materia, e di tutta questa energia e lo sforzo della storia del BIG BANG non rimarrà più nulla.

Il problema è sempre filosofico. “Ma allora a che serve tutto questo impegno?”

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