Gli astri di Messer Galileo

di Emiliano Ricci

In queste sere, volgendo lo sguardo a occidente dopo il tramonto del Sole, è facilissimo scorgere due astri molto brillanti: sono i pianeti Venere (più luminoso, in basso a destra) e Giove (leggermente meno luminoso, più in alto).

Chi ha lo sguardo attento si sarà accorto che ormai da settimane è in atto una rincorsa di Venere – più veloce – nei confronti di Giove. Ebbene, la marcia di avvicinamento sta per concludersi: fra il 30 giugno e il 1° luglio i due pianeti saranno infatti in congiunzione, ovvero si vedranno in cielo molto vicini fra loro (naturalmente è un effetto prospettico dato dal nostro particolare punto di vista). Anzi, saranno così vicini che potranno sembrare le luci di un aereo in atterraggio!

Dopo quella data le posizioni si scambieranno: Venere, infatti, proseguirà la sua corsa, superando Giove, che continuerà il suo lento moto vicino al confine fra le costellazioni zodiacali di Cancro e Leone.

Da stasera – venerdì 19 – e per i prossimi due giorni, Venere e Giove avranno anche la compagnia di una sottile falce di Luna crescente. Domani sera lo spettacolo dato dal triangolo costruito dai tre astri sarà particolarmente suggestivo.

A parte la visione a occhio nudo, comunque appagante, se avete a disposizione un binocolo o un piccolo telescopio, questa è l’occasione per tirarli fuori. Potrete infatti in un colpo solo replicare le prime osservazioni di Galileo al cannocchiale fra il 1609 e il 1610: le montagne lunari, la luce cinerea, le fasi di Venere e i satelliti di Giove!

Osservando la falce di Luna, scoprirete infatti che la superficie del nostro unico satellite naturale è rugosa e percorsa da montagne e avvallamenti. A rivelarcelo è la linea – chiamata “terminatore” – che separa la zona illuminata da quella in ombra. Non è infatti una linea continua, come si osserverebbe su una superficie sferica perfetta, ma frammentata. Ma osserverete anche picchi luminosi nella zona in ombra: sono le vette delle montagne che vengono comunque raggiunte dalla luce del Sole nonostante la loro base sia in ombra.

In realtà è facile accorgersi che anche la zona in ombra è tutta ben visibile. Il fenomeno, ben evidente subito prima e subito dopo il novilunio, ovvero quando della Luna è illuminata solo una falce sottilissima, prende il nome di “luce cinerea”: a illuminare la Luna, in questo caso, è la luce solare riflessa… dall’atmosfera terrestre!

Passando a Venere, l’osservazione al telescopio vi mostrerà che ha le fasi, esattamente come la Luna. Il motivo è presto detto: l’orbita di Venere è interna a quella della Terra, per cui noi vediamo la superficie del pianeta illuminata in percentuale diversa in base alla sua posizione rispetto al Sole. La scoperta delle fasi di Venere fu per Galileo la prima vera prova della bontà del sistema copernicano, che metteva il Sole al centro dell’Universo: con Venere e Terra in orbita attorno al Sole le fasi di Venere avevano una spiegazione immediata.

Eccoci infine a Giove, con la scoperta dei quattro satelliti principali del pianeta che Galileo stesso volle dedicare al suo tutore, il Granduca di Toscana Cosimo II de’ Medici, chiamandoli “Astri medicei”. Un piccolo telescopio mostra in tutta evidenza col trascorrere dei giorni la danza di questi quattro puntini luminosi – Io, Europa, Ganimede e Callisto – attorno al disco del pianeta. Una prova ulteriore, per Galileo, che il sistema tolemaico, secondo cui tutto orbitava attorno alla Terra, era da rigettare: la scoperta mostrava infatti che non tutti gli oggetti del sistema solare orbitano attorno al nostro pianeta!

Che aspettate dunque a puntare gli occhi al cielo, per fare un bel viaggio nello spazio e nella storia dell’astronomia? Buone osservazioni e cieli sereni a tutti!

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